mercoledì 28 aprile 2010

Un silenzio sconosciuto...di NORMA

E’ l’ennesima volta che mi metto davanti ad un foglio bianco e cerco di dare un senso compiuto alle parole ed alle immagini che mi girano in testa da giorni.
Forse è proprio lì  l’errore, nel cercare di mettere in fila quello che abbiamo vissuto in questa settimana in Romania: mi riconosco nelle parole dei miei compagni di viaggio, nell’esigenza di un “silenzio sconosciuto”che la maggior parte della gente fatica a comprendere e di cui a volte addirittura sorride sarcastica.
Non è negazione di quanto c’è qui e nemmeno senso di colpa per quanto abbiamo lasciato, ma piuttosto una strana gelosia dei ricordi e una difficoltà, almeno per me, ad esprimere in una frase quest’esperienza. Riesco a farlo con chi c’era, semplicemente ricordando aneddoti, perché so che sentono le stesse cose dentro, ma con gli altri è un disastro! L’unica, banale, espressione che continuo a ripetere da giorni è: “un’esperienza che non dimenticherò mai”, poi abbasso lo sguardo e cambio argomento.
Non posso e non voglio dimenticarla, perché l’amore e la semplicità vissuti in questi giorni meritano di essere tenuti sempre presenti e portati nel cuore e di essere trasmessi in ogni attimo della nostra vita, che sia in famiglia, al lavoro, in reparto.
In quest’amore inevitabilmente scende la maschera da clown, il trucco si scioglie in un abbraccio non cercato ma trattenuto a lungo, in un sorriso conquistato che nel silenzio o in una lingua sconosciuta tocca le corde del cuore più di mille parole.
Abbiamo cercato di portare la nostra allegria ai bambini di Odorehiu e di Cluj, preparati al peggio: siamo tornati a casa semplicemente più felici.
In tanti ci hanno ringraziato e continuano a farlo per quello che facciamo, come se ogni volta scalassimo l’Everest o facessimo chissà quali cose incredibili… l’istinto è di rispondere: è così difficile vedere la felicità, anche in un attimo infinitamente breve?
Tra qualche tempo probabilmente i ricordi si faranno più razionali e sarò in grado di descrivere quest’esperienza con parole sensate…per il momento voglio continuare a vivere il groviglio di emozioni che ho dentro, a rivedere mentalmente il sorriso dei bambini rumeni e a sentire il calore delle lacrime e degli abbracci di Suor Emilia che scaldano anche nel freddo della Transilvania!

3 commenti:

  1. Cara Norma...non voglio le tue parole sensate…sei bellissima così e ogni tua frase è arrivata dritta ai ricordi che si fanno di nuovo emozione...
    quanto è salata una lacrima d'amore e di felicità?
    quanto segna il nostro viso?
    quanto del nostro travestimento scioglie?
    ...
    te lo dirò guardandoti in viso la prossima volta, lì troverò la risposta, perchè è nei tuoi occhi e negli occhi di tutti gli altri che c'è una parte della mia vissuta realtà.
    grazie
    titty

    RispondiElimina
  2. Nell'incanto di tutti i silenzi che gridano vita!!!

    Questa è una strofa dell'ultimo singolo di Max Gazzè. L'ho ascoltato oggi grazie a te Norma, Mara, Anna e Aurelia che avete condiviso su FB.
    Le mie claunnn continuano a emozionarmi!!!
    Mi sembrava così vicino al tuo intevento sul blog e ti ho subito pensato.
    ...come succede spesso...daltronde :)
    ...
    Ho paura...immotivata sicuramente...ma viva...
    ...Ho assistito a una nascita, a un parto inatteso tra le mura della Grande Casa e ora avverto il forte dolore del lutto, di chi deve accettare l'assenza, la fine, la mancanza e rassegnarsi al corso degli eventi.
    Ho assistito alla nascita di una sconosciuta me...il mio primo gemito estraneo in quelle stanze a noi tutti tanto care...ho toccato quella neonata parte, che forse mi era dentro da sempre ma che lì ha trovato "Casa"...
    Ora vivo un lutto inatteso, inaspettato al quale non ero pronta...nessuno ti dice che un giorno rinuncerai a una parte di te, solo la vita lo insegna...
    ...ho tenuto dentro tutto questo per giorni, non capendo il mio animo e il suo soffrire; partecipare quotidianamente al proprio funerale quando quella parte nata da poco è invece così vivaaaaaaa!!!
    ...credere poi che anche le persone con cui si è condiviso tutto questo siano sigillate nel ricordo è l'errore più grande...
    a mio modo vi chiedo scusa.
    a mio modo celebravo un addio che addio non è...
    ...
    lo sbaglio che stavo per commettere era chiudere a chiave la porta della Grande Casa e lì continuare a far vivere il fantasma di noi con loro...
    riapro l'uscio...lentamente...sbircio fuori e lì mi trovo, vi ritrovo, continuo a richiamare quella lacrima che unisce e che vi abbraccia...
    e ora lo so che quell'addiao non è definitivo ma che ha partorito qualcosa di grande...devo solo avere il coraggio di onorare quel soffio di via...
    Grazie

    RispondiElimina
  3. ...lì fuori...in reparto...un altro bimbo, un'altro Yonout, un'altra Agustina, Dana, Simona, Madalina, Catalina....un'altra suor Emilia ci aspettano e io aspetto loro....quindi si riparteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

    RispondiElimina